AgenPress. Solo 6 regioni in Italia hanno pubblicato correttamente i dati circa l’utilizzo dei fondi raccolti per l’emergenza Covid. Lo denuncia un report realizzato dal Codacons, che nelle settimane scorse ha inviato una serie di istanze d’accesso alle amministrazioni regionali per capire come siano stati usati i soldi donati da cittadini e aziende per sostenere la lotta al Covid.
Il report dell’associazione, aggiornato all’8 marzo 2021, evidenzia come le Regioni virtuose che hanno pubblicato sul loro sito internet il rendiconto provvisorio (relativo al 2020) siano solamente Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento.
Tali Regioni hanno pubblicato sui propri siti internet i rendiconti provvisori dai quali risulta come hanno investito le erogazioni liberali ricevute. Gli interventi realizzati con le donazioni ricevute in queste Regioni rispondono pienamente alla finalità indicata dal legislatore, trattandosi di spese destinate a strutture sanitarie, al personale sanitario e para-sanitario, alle attività di assistenza alla popolazione (positivi al COVID, in isolamento domiciliare etc.) – si legge nel report del Codacons.
Le Regioni che non hanno fornito alcuna indicazione sulle modalità di impiego dei fondi raccolti sono invece Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana.
Sui siti istituzionali di tali Regioni sono state pubblicate soltanto DD.GG.RR. e OO.PP.RR. riguardanti la gestione dell’emergenza ma in nessun documento vengono indicati i fondi Covid spesi. Di conseguenza, risulta alquanto difficile comprendere quali misure siano state finanziate con bilancio regionale e quali, eventualmente, con i fondi donati dai privati dal momento che nessun rendiconto provvisorio è stato pubblicato.
Alcune Regioni hanno invece comunicato informazioni parziali: Liguria, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. Per tali Regioni non è chiaro se gli importi indicati siano stati soltanto impegnati o se siano stati effettivamente liquidati per le finalità dichiarate.
Eppure l’art. 99 del D. L. 17 marzo 2020 n. 18 – rubricato “Erogazioni liberali a sostegno del contrasto all’emergenza epidemiologica da COVID-19” dispone che “Per le erogazioni liberali di cui al presente articolo, ciascuna pubblica amministrazione beneficiaria attua apposita rendicontazione separata, per la quale è autorizzata l’apertura di un conto corrente dedicato presso il proprio tesoriere, assicurandone la completa tracciabilità. Al termine dello stato di emergenza nazionale da COVID-19, tale separata rendicontazione dovrà essere pubblicata da ciascuna pubblica amministrazione beneficiaria sul proprio sito internet o, in assenza, su altro idoneo sito internet, al fine di garantire la trasparenza della fonte e dell’impiego delle suddette liberalità.”
Non solo. L’ANAC ha precisato che il rendiconto debba essere pubblicato sul sito web dell’Amministrazione, nella sezione “Amministrazione Trasparente” – “Interventi straordinari e di emergenza” con aggiornamento periodico ogni tre mesi.
“L’obbligo di aggiornare il rendiconto presuppone che lo stesso vada pubblicato nel corso dell’emergenza per informare costantemente i donatori di quante risorse siano state raccolte e di come siano state impiegate per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ad oggi, tuttavia, i cittadini non sanno come alcune regioni abbiano speso i loro soldi, donati in un momento di grave emergenza per il paese, risorse che dovevano essere destinate a potenziare il sistema sanitario e su cui oggi manca la dovuta trasparenza”.