AgenPress. Secondo i dati resi noti dall’Istat, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie sale dello 0,7% su base annua.
“Dati falsati dalla Cig! L’indice delle retribuzioni contrattuali purtroppo non tiene conto dell’applicazione della Cig e della conseguente riduzione dello stipendio. Se questo di solito è irrilevante, ora è una crepa che falsa in modo irreparabile questi dati, rendendoli vecchi e superati, appartenenti a un mondo che non c’è più” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Quanto al rialzo, falsato, sarebbe potuto anche andare bene se non ci fosse stato l’effetto Covid, visto che a marzo l’inflazione annua era pari a +0,8% per l’indice generale Nic e a +0,7% per l’indice Foi, relativo alle famiglie di operai e impiegati” conclude Dona.
“Preoccupa, infine, che a marzo i contratti in attesa di rinnovo siano 43 e interessino circa 9,7 milioni di dipendenti, il 78,5% del totale. Come al solito, nei momenti di crisi, si interrompono i rinnovi contrattuali, aumenta il tempo medio di attesa per il rinnovo e questo aggrava ulteriormente la condizione economica delle famiglie” conclude Dona.