AgenPress – “Nelle ultime 48 ore sulla città sono stati registrati 265 mm di pioggia, ovvero circa un terzo delle precipitazioni complessive annue che mediamente insistono sul territorio catanese. La frequenza con cui si ripropongono le drammatiche scene a cui stiamo assistendo in queste ore dimostra inequivocabilmente che bisogna riprogettare lo sviluppo del territorio in un’ottica nuova cercando di rimediare ad errori di decenni di mancate e/o inappropriate pianificazioni territoriali”.
Lo ha detto Sergio Di Marco, presidente siciliano di Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale).
“In queste ore la città di Catania e gran parte della Sicilia orientale stanno vivendo momenti di grande difficoltà a causa delle incessanti piogge che da più giorni si stanno abbattendo sul territorio.
Nelle ultime 48 ore sulla città sono stati registrati 265 mm di pioggia, ovvero circa un terzo delle precipitazioni complessive annue che mediamente insistono sul territorio catanese, e le previsioni per i prossimi giorni indicano un ulteriore approfondimento del vortice di bassa pressione con il persistere della pioggia, delineando uno scenario fortemente preoccupante. Le mutate condizioni del clima, che hanno trasformato eventi meteorologici eccezionali a cadenza pluridecennale in eventi frequenti che si manifestano anche più volte l’anno, richiedono un ulteriore sforzo e una progettazione che non sia solo di tipo emergenziale”.
“La frequenza con cui si ripropongono le drammatiche scene a cui stiamo assistendo in queste ore dimostra inequivocabilmente che bisogna riprogettare lo sviluppo del territorio in un’ottica nuova – ha aggiunto Di Marco – cercando di rimediare ad errori di decenni di mancate e/o inappropriate pianificazioni territoriali.
La fragilità del territorio etneo sta emergendo in tutta la sua drammaticità ed in particolare vorrei sottolineare come le situazioni di grave criticità si stiano manifestando non solo nelle aree maggiormente urbanizzate ma anche in quelle rurali, interessando interi bacini idrografici sia per ciò che concerne le conseguenze dei deflussi idrici di piena che la stabilità dei versanti”.