Bonomi (Confindustria). Covid. Politica non ha capito. Manovra, per taglio cuneo 8 mld pochi, ce ne vogliono 13

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AgenPress – “Non è il tempo delle guerre delle bandierine. La politica non ha capito che” con la pandemia “è cambiato il mondo e sono cambiati i tempi. Il Paese ci chiede altro, ci chiede di rispondere alle grandi disuguaglianze del Paese”. Lo ha detto a Potenza il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nell’intervento di conclusione del convegno “Motore Mezzogiorno. Ripartenza Italia”.

“Confindustria ha sempre chiesto l’obbligo vaccinale: la nostra posizione è sempre stata una posizione ben chiara. “La recrudescenza dei numeri – ha aggiunto Bonomi – specialmente nei Paesi del Nord Europa pone un serio interrogativo su quelli che devono essere i prossimi passi”.

Riferendosi alla manovra finanziaria, Bonomi ha evidenziato che “gli otto miliardi del taglio al cuneo non possono essere spesi per mettere bandierine. La strada che questo Paese deve fare è ancora lunga: la battaglia non è ancora vinta”.

“Riteniamo che gli otto miliardi sono pochi, riteniamo che ne debbano essere messi almeno 13 su un taglio forte contributivo del cuneo fiscale. Noi – ha specificato il leader di Confindustria – l’abbiamo sempre dichiarato fin dall’inizio della discussione della legge di bilancio, noi riteniamo che” gli otto miliardi “debbano essere messi tutti sul taglio contributivo del cuneo fiscale, in primis per mettere più soldi in tasca agli italiani, gli stessi nove su dieci che, come ha detto Mattarella, hanno dimostrato un grande senso civico. Gli stessi italiani che si sono sacrificati in questi ultimi 18 mesi ed è – ha continuato Bonomi – anche giusto dargli un segno e soprattutto, mettere più soldi in tasca agli italiani, per stimolare la domanda interna”.

Secondo Bonomi, “è vero che l’export sta andando molto bene, quest’anno faremo forse 550 miliardi e quindi il record, ma dobbiamo stimolare anche la domanda interna, che è ferma da decenni. In secondo, visto che stanno aumentando le materie prime, stanno aumentando i costi energetici, l’unico fattore di competitività su cui possiamo lavorare – ha concluso – è abbassare il costo del lavoro”.

 

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