AgenPress – Con 36mila casi in 24 ore, nuovo record della quarta ondata, e la variante Omicron che apre “una fase nuova” della pandemia, va presa “ogni precauzione possibile” per fermare la corsa del virus.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi annuncia la stretta per le feste che sarà decisa dalla cabina di regia e dal Consiglio dei ministri nelle prossime ore.
“Faremo tutto il necessario per difendere quel poco di normalità che abbiamo raggiunto” ripete più volte elencando gli spazi da preservare: nessun lockdown, neanche per i no vax, scuola sempre in presenza e una vita sociale “soddisfacente”.
L’altro punto è che ogni decisione sarà “guidata dai dati e solo dai dati, non alla politica come si dice in giro”. Il terzo sono i vaccini, che restano la “miglior difesa” (con due terzi dei pazienti in terapia intensiva che sono no vax) e sono stati “essenziali” per rilanciare l’economia, che crescerà oltre il 6%. Dunque immunizzarsi e fare la terza dose sono “la priorità”. Per tenere tutto insieme, vista la situazione e la “tempesta” in arrivo con Omicron, come la definisce l’Oms, bisogna però agire e bisogna farlo in fretta, con un pacchetto di misure che andrà ad intervenire su una serie di ambiti.
Un punto sul quale c’è sostanziale accordo tra le forze politiche, anche perché molte regioni si sono già mosse da sole, è l’obbligo di mascherina all’aperto anche in zona bianca. Ma Draghi dice qualcosa in più: si sta ragionando di imporre l’uso della Ffp2 per tutti i luoghi chiusi, dunque nei posti di lavoro, sui mezzi pubblici ma anche in cinema, teatri e ristoranti.
Draghi conferma poi che il governo vuole intervenire anche sui tamponi. E ne spiega il motivo. “Nel green pass c’è un periodo in cui la protezione delle prime due dosi decresce rapidamente e la terza non è ancora stata fatta. E in quel periodo può essere utile fare un tampone”. Dunque chi vorrà partecipare ai veglioni di capodanno o andare in discoteca dovrà fare il tampone se non ha fatto il booster. E non è escluso, neanche da Draghi, che potrà farli gratuitamente come chiedono diverse forze politiche, per non penalizzare chi ha seguito le indicazioni del governo. Ma sul tavolo del Cdm potrebbe esserci un’altra opzione: l’esclusione dei tamponi antigenici per ottenere il green pass. “C’è molta apertura, ne discuteremo domani” afferma Draghi. Si tratta in ogni caso di un tema molto problematico, perché andrebbe ad impattare su diversi ambiti e in primis sul mondo del lavoro.
Accordo c’è anche su una nuova riduzione della durata del green pass: varrà 6 mesi. Una decisione strettamente collegata a quella che arriverà dall’Aifa nelle prossime ore: l’anticipo del booster da 5 a 4 mesi e l’estensione della terza dose anche ai 12-18enni. Il certificato, sottolinea Draghi “è diventato un po’ enfaticamente uno strumento di libertà” e, invece, bisogna farei conti con il calo della protezione dei vaccini dopo 6 mesi.
Il premier sembra invece escludere uno dei temi più controversi, l’obbligo di vaccino per tutti, che però “resta sullo sfondo”. Ma allo stesso tempo fa capire che ci sarà l’estensione ad altre categorie “in tempi brevissimi” e che si tornerà ad un uso massiccio dello smart working, soprattutto nella Pubblica amministrazione. Quali siano le categorie, spiegano fonti di governo, saranno i risultati della flash survey ad indicarlo. Se la prevalenza di Omicron è sopra il 20% è probabile che l’obbligo possa scattare in tutti i luoghi di lavoro. Con percentuali inferiori, invece, potrebbe essere esteso a chi lavora a contatto con il pubblico o a tutti i dipendenti pubblici.