AgenPress – La Nota di aggiornamento al Def è stata approvata dal consiglio dei ministri. L’entità della manovra netta 2023, come specificato nel documento della Nadef, viene stimata in circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia.
Nella Nadef appena approvata dal consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, il deficit programmatico per quest’anno è fissato al 5,6% del Pil, a fronte di una stima tendenziale al 5,1%. Per il prossimo anno il deficit programmatico scende al 4,5%, per poi attestarsi al 3,7% nel 2024 e al 3% nel 2025.
Il Pil italiano crescerà quest’anno del 3,7%, per poi frenare il prossimo allo 0,6% programmatico. Sono i dati contenuti, secondo quanto riferiscono alcune fonti, nella Nadef approvata in cdm. La crescita di quest’anno è stata rivista al rialzo rispetto alla Nadef messa a punto dal governo Draghi che, prima dei dati positivi sul terzo trimestre, indicava un aumento del Pil del 3,3%.
“Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante. Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22- 23 miliardi che ugualmente intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia. In totale, con la Nadef individuiamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023”.
Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.
“Noi riusciamo, per il 2022, a liberare grazie all’extragettito” dell’Iva e a un “terzo trimestre favorevole, circa 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana vorremmo utilizzare sul caro energia”.
“Configureremo un’altra misura sul tema dell’energia come emendamento all’attuale decreto aiuti in conversione”: riguarda “la possibilità di liberare alcune estrazione di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati. Un prezzo per mettere in sicurezza le aziende più gasivore”, ha aggiunto.
“Il prezzo del gas sta scendendo”, ma “non durerà molto se non ci saranno segnali seri e concreti. L’ultimo consiglio europeo ha fatto registrare passi in avanti”, “il 24 novembre ci sarà un nuovo consiglio dei ministri dell’energia. Speriamo in determinazioni più concrete. Ieri abbiamo acceso molto i riflettori” sulla necessità di “risposte concrete”.
“Riusciamo per il 2022 con questa Nadef in forza dell’extragettito” dell’Iva e “una crescita dello 0,5% in più di Pil, a liberare 9,5 miliardi” da usare per il caro energia. Facciamo un appello al Parlamento affinché lo approvi in tempi brevi”.