UNICEF-OMS: in Siria 800.000 bambini da vaccinare contro morbillo e polio

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AgenPress. Oggi, nel nord ovest della Siria, sarà lanciata una campagna di vaccinazione contro morbillo e polio per proteggere circa 800.000 bambini sotto i 5 anni dalle due malattie potenzialmente letali, ma prevenibili. La campagna di vaccinazione, supportata da OMS, GAVI e UNICEF, in collaborazione con le ONG locali per la salute e il Gruppo per l’Immunizzazione in Siria viene lanciata a due mesi dai terremoti che hanno devastato parti della Siria e della Turchia.

Incrementare i livelli di vaccinazione fra i bambini è una priorità in un’area dove il terremoto ha distrutto parzialmente o totalmente 67 strutture sanitarie dopo 12 anni di conflitto che hanno gravemente indebolito il sistema sanitario. Circa 100.000 persone sono nuovamente sfollate a causa del terremoto e vivono in campi sovraffollati, dove hanno sistemi idrici e igienici sotto gli standard.

Il vaccino contro il morbillo e la poliomielite sarà destinato ai bambini dei 12 distretti più colpiti dal terremoto e a rischio di Idlib e Aleppo settentrionale. Il morbillo e la poliomielite possono diffondersi rapidamente: il morbillo può potenzialmente portare a gravi malattie respiratorie e la poliomielite potrebbe portare alla paralisi, entrambe potrebbero avere un esito letale.

“Proteggere i più giovani e i bambini più vulnerabili dalle potenziali epidemie di malattie salverà vite,” ha dichiarato Adele Khodr, Direttore Regionale UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Sappiamo da anni di esperienza che i vaccini funzionano. È fondamentale continuare gli sforzi di vaccinazione, soprattutto in questi contesti umanitari. Questo intervento si aggiunge alla campagna di vaccinazione contro il colera che il mese scorso ha raggiunto quasi 1,7 milioni di persone”.

“I terremoti hanno già sconvolto molte vite e mezzi di sostentamento, ma agendo ancora una volta sulla nostra visione regionale di una salute per tutti da parte di tutti, insieme ai nostri partner, e vaccinando i bambini al di sotto dei cinque anni, possiamo evitare che il disastro abbia un impatto ancora maggiore”, ha dichiarato il dott. Ahmed Al-Mandhari, Direttore regionale dell’OMS per il Mediterraneo orientale.

A capo delle operazioni in Siria nordoccidentale gestite dall’ufficio dell’OMS di Gaziantep, in Turchia, il dottor Idris Elrasheed ha dichiarato di “ammirare i 3.000 operatori sanitari che lavoreranno nelle comunità nei prossimi 10 giorni, nonostante siano stati essi stessi colpiti dal terremoto. Hanno perso parenti e case, eppure rimangono pienamente impegnati a servire le loro comunità: per questo non posso che avere rispetto per la loro umanità e professionalità”.

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