AgenPress – Secondo uno dei documenti segreti usciti dal Pentagono, datato 17 febbraio, esaminato dal Washington Post, il presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi, uno degli alleati americani più importanti in Medio Oriente che riceve da Washington circa 1 miliardo di dollari l’anno in aiuti di sicurezza, avrebbe ordinato ai militari la produzione di 40mila razzi da inviare in Russia segretamente, per evitare che la notizia possa causare “problemi con l’Occidente”.
Fonti americane dicono al quotidiano che quel piano non sembra essere stato eseguito. L’ambasciatore Ahmed Abu Zeid, portavoce del ministero degli Esteri egiziano, ha replicato che la posizione del suo Paese è sin dall’inizio “di non coinvolgimento in questa crisi e di impegno a rimanere ad uguale distanza da entrambe le parti, mentre affermiamo l’appoggio dell’Egitto alla carta Onu e al diritto internazionale attraverso le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.
La polvere da sparo offerta alla Russia sarebbe prodotta dalla Fabbrica 18, che è il nome di un vecchio impianto di produzione chimica. Nel documento si citano anche i Sakr 45, ma non si dice esplicitamente se questi razzi, che sono compatibili con i lanciarazzi multipli Grad, vengano prodotti per la Russia. “La posizione dell’Egitto fin dall’inizio si basa sul non coinvolgimento in questa crisi e sull’impegno a restare equidistante dalle parti, pur affermando il sostegno alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale secondo le risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zeid, a proposito del documento e della veridicità delle conversazioni riportate. “Continuiamo a sollecitare entrambe le parti a cessare le ostilità e raggiungere una soluzione politica attraverso i negoziati”.