Il Presidente del Kenya crea una task force per rivedere la legge che regola il culto

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AgenPress. Un’altra ventina di corpi sono stati recuperati nella foresta di Shakahola, nel Kenya sudorientale, portando a 133 il numero di seguaci morti nel suicidio collettivo attraverso il digiuno forzato (ma alcuni dei corpi presentano segni di strangolamento o di asfissia facendo propendere per l’omicidio), ordinato dal “predicatore” Paul Nthenge Mackenzie, capo della Good News International Church” .

Circa 65 persone trovate a digiunare nella foresta erano state soccorse e portate in ospedale.

L’operazione di ricerca nella foresta di Shakahola iniziata a metà aprile era stata sospesa per alcuni giorni a causa del maltempo, con centinaia di persone ancora date per disperse.
“Vi sono ancora diverse fosse nella foresta, e quindi ci porta a concludere che siamo di fronte a un crimine altamente organizzato”, ha detto ai giornalisti il ministro dell’Interno Kithure Kindiki.

Le autorità si aspettano di recuperare altri corpi nei prossimi giorni. Kindiki ha poi smentito un rapporto della polizia criminale keniana, Directorate of Criminal Investigation (DCI), secondo il quale alcuni dei corpi recuperati sarebbero stati privati di diversi organi, lasciando presagire un traffico di organi umani (probabilmente non per eseguire trapianti ma per realizzare “riti magici”).

Il Ministro dell’Interno ha poi voluto rispondere a chi chiede maggiori controlli da parte del governo per impedire che i cittadini possano cadere vittima di culti come quello della Good News International Church”.

Lo Stato- ha assicurato il Ministro- è impegnato a sostenere la libertà di culto e darà la caccia a coloro che si sfruttano indebitamente l’influenza religiosa per secondi fini. “Lo Stato non è in guerra con la religione, ma focalizza le proprie attività per liberare il Paese da banditi che promuovono l’estremismo e le attività criminali con il pretesto della libertà religiosa” ha affermato Kindiki.

A tal fine il 4 maggio il Presidente del Kenya William Ruto ha creato una apposita “task force presidenziale” per rivedere la legge che regola il culto in Kenya, la Legal and Regulatory Framework Governing Religious Organizations in Kenya.

Formata da 17 membri, tra cui Mons. Maurice Muhatia Makumba, Arcivescovo di Kisumu, la task force avrà tra l’altro il compito “d’identificare le lacune che hanno consentito alle organizzazioni religiose estremiste di impiantarsi in Kenya, nonché la formulazione di un quadro giuridico che impedisca alle entità religiose radicali di operare a livello locale”.

Nel frattempo è stato rilasciato su cauzione Ezekiel Odero, un altro “telepredicatore” accusato di aver aiutato Paul Nthenge Mackenzie nelle sue imprese e per alcune morti sospette avvenute all’interno della sua “chiesa”, la New Life Prayer Centre and Church”

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