Rotondi: “Sembra che in Italia governi un centrodestra senza Centro. Lo organizzi Giorgia Meloni”

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Forza Italia elabora con dignità il lutto per la scomparsa dell’inimitabile presidente, e può contare sulla credibilità di un segretario come Antonio Tajani, ma difficilmente può essere l’approdo della galassia centrista


AgenPress. Giorgia Meloni ha talmente il vento in poppa, che riesce difficile scrutare all’orizzonte una fonte di preoccupazione: l’opposizione si fa in quattro, nel senso delle scissioni; la maggioranza è compatta, per convinzione o per necessità, in politica importa poco; lo scenario europeo e internazionale, che doveva insidiare la sua ascesa, viceversa la incorona.

Ma Giorgia è anche leader di una coalizione che si chiama centrodestra: strutturarla e renderla duratura e stabile è il suo secondo mestiere, non meno importante e difficile di quello di governare.

Certo, i risultati delle elezioni locali non impensieriscono la coalizione di centrodestra, che vince ovunque, ma non andrà sempre così. Le opposizioni perdono perché disunite, ma in politica ciò che non accade in quattro anni, può succedere in tre mesi.

A fine legislatura Giorgia Meloni può trovare uno sfidante in grado di unire tutte le opposizioni. E a quel punto il centrodestra vincerà se avrà dalla sua la maggioranza del Paese, a prescindere dalle divisioni degli avversari.

È la politica il corno della sfida: bisogna costruire un centrodestra strutturalmente vincente, in grado di accompagnare i successi del governo, ma anche mitigarne le difficoltà, se ci saranno.

La prima difficoltà è al Centro. Sembra che in Italia governi un centrodestra senza centro. Di più: sembra che il Centro sia diventato Giorgia Meloni. Questo può essere un problema, ma anche una risorsa. Giorgia Meloni non arriva al governo perché l’Italia è diventata di destra: semplicemente c’è stato un percorso coraggioso e solitario, lungo il quale Giorgia ha messo in mora tutti i luoghi comuni del politicamente corretto, e ha riconsacrato l’autonomia della politica con una vittoria a cui hanno concorso tutti gli elettori di destra, ma anche tantissimi di centro e persino di sinistra.

Dopo le elezioni è parso che la destra di governo volesse dare il Centro in appalto a partiti e movimenti alleati. I risultati non sono brillanti: i movimenti centristi si contendono pochi decimali di consenso, con una furia personalistica desolante; Forza Italia elabora con dignità il lutto per la scomparsa dell’inimitabile presidente, e può contare sulla credibilità di un segretario come Antonio Tajani, ma difficilmente può essere l’approdo della galassia centrista. Torna alla mente il monito di un grande democristiano, Adolfo Sarti: “Per un democristiano non c’è gusto a far politica in qualcosa che prenda meno del quaranta per cento dei voti“.

Se dovessi dare un consiglio a Giorgia, e volessi perfidamente darle a ogni costo un pensiero di ferragosto, suggerirei di organizzarlo lei stessa questo Centro, portando la classe dirigente del centrodestra verso un punto di unità a cui gli elettori sono già arrivati.

E’ quanto dichiara, in una nota, l’On. Gianfranco Rotondi.

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