Immigrazione. Conte: “Il silenzio di Meloni e Salvini è ignominioso”

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Ignorano il problema. Fischiettano indifferenti. L’uno parla del ponte sullo stretto, l’altra ragiona della fatica di governare il Paese dall’ottovolante di Chigi

AgenPress. Meloni e Salvini si sono incontrati l’altro giorno in masseria, in Puglia, ma non hanno parlato di manovra di bilancio.
Avranno almeno parlato di immigrazione? Perché il loro silenzio, su questo tema, è davvero ignominioso.
Vi ricordate quando, negli anni scorsi, ci hanno bombardato dai loro social, anche decine di volte nello stesso giorno, con il pericolo dell’invasione del Paese sotto il peso degli sbarchi, della sostituzione etnica e della perdita dell’identità nazionale? Ricordate quando rincorrevano qualsiasi episodio di cronaca nera che coinvolgesse un immigrato per denunciare il collasso della sicurezza?
Oggi ignorano il problema. Fischiettano indifferenti. L’uno parla del ponte sullo stretto, l’altra ragiona della fatica di governare il Paese dall’ottovolante di Chigi. E l’immigrazione? Solo quando si è proprio costretti. Come quando, a ridosso del naufragio di Cutro, il Governo tenne un consiglio dei ministri straordinario in loco, seguito da una conferenza stampa in cui la Presidente Meloni parlò confusamente, dimostrando di non essersi neppure informata sulla sequela di tragici eventi che costò la vita a oltre 180 migranti. Fu allora che la Presidente Meloni, con voce tonitruante, annunciò la determinazione a perseguire gli scafisti lungo “tutto il globo terracqueo”.
Cosa è successo da allora? È successo che lo scorso aprile la Presidente Meloni – la stessa che dall’opposizione mi insultava perché in pandemia avevo dichiarato lo stato di emergenza – ha dichiarato l’emergenza per l’immigrazione, per la prima volta nella nostra storia.
Ma la situazione è via via peggiorata e siamo ormai a livello di record negativi. 130 mila sono i migranti giunti in Italia da quando si è insediato il Governo Meloni, più del doppio rispetto all’anno precedente. I rimpatri sono pressoché insignificanti: circa 2500. Appena una settimana fa Papa Francesco ha richiamato la tragedia dei duemila migranti naufragati nel Mar Mediterraneo da inizio dell’anno. Di fatto l’Italia è diventata il più grande hotspot europeo, completamente al collasso, con un miserabile scaricabile sulle spalle dei sindaci chiamati a gestire in solitudine l’accoglienza.
La Presidente Meloni è andata più volte in Tunisia, rimediando un accordo che non ha affatto arrestato i flussi migratori. Tutt’altro. In Europa, non è riuscita a ottenere nulla per l’Italia, ma anzi ha sfiorato il paradosso difendendo i suoi amici polacchi e ungheresi che si oppongono a qualsiasi accordo di redistribuzione che valga ad alleggerire il peso che grava sul nostro Paese.
Dove è finita tutta la grancassa mediatica che alimentava le dichiarazioni di esponenti di maggioranza che pressoché tutti i giorni ci parlavano di barchini e barconi, rimpatri e sicurezza?
Fingono tutti distrazione e indifferenza. L’ho sempre detto, anche quando avevo responsabilità di governo: il problema dell’immigrazione è complesso e non può essere affrontato a colpi di finto sovranismo, secondo logiche demagogiche. È un problema molto serio, che impone di distinguere il soccorso dall’accoglienza, la dimensione esterna da quella interna, quella nazionale da quella europea e internazionale. Non può essere affrontato secondo lo schema manicheo di chi vuole costruire ponti per tutti e di chi vuole opporre muri a tutti. Non si può pensare di risolverlo accollando solo all’Italia il peso di una indiscriminata accoglienza. Ma è certo indegno prendere in giro i cittadini soffiando sulle loro paure ed ergendosi a paladini di nostre mitiche radici identitarie, quando poi si offrono soluzioni inapplicabili come quella del blocco navale.
Ho sempre sostenuto che bisogna lavorare seriamente alle politiche per una effettiva integrazione che preservi il nostro senso di comunità, che chi non ha diritto di ricevere protezione deve essere immediatamente rimpatriato, che chi rimane sul nostro suolo deve rispettare le nostre leggi, che il problema della sicurezza deve essere una priorità per tutti.
Insomma, ci sono molti modi per affrontare tutto questo. Un modo sicuramente inaccettabile, che sfiora la viltà, è quello che ci propongono adesso Meloni e Salvini, che fischiettano indifferenti dopo avere chiesto voti ai cittadini prospettando soluzioni fallimentari.
E’ quanto dichiara, in una nota, il presidente del M5S Giuseppe Conte.
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