Foad Aodi (presidente onorario Comunità del Mondo Arabo in Italia): “Ha reso l’Italia anche la nostra casa con la sua televisione”

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AgenPress. I Consigli Direttivi di AMSI – Associazione Medici di Origine Straniera in ItaliaCo-mai – Comunità del Mondo Arabo in ItaliaUMEM – Unione Medica Euromediterranea, del Movimento Internazionale Uniti per Unire e di AISC News – Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Pippo Baudo, definito unanimemente “padre e simbolo della televisione italiana degli ultimi 60 anni”.

A nome delle comunità e delle realtà rappresentate, il fondatore e presidente di AMSI, UMEM e Uniti per Unire, Prof. Foad Aodi, presidente onorario di Co-mai e direttore responsabile di AISC News, sottolinea l’impatto che Baudo ha avuto non solo nella cultura italiana, ma anche nel percorso di integrazione delle comunità straniere nel Paese.

La televisione come porta d’ingresso per l’integrazione

«La televisione è stata ed è la prima porta di ingresso per l’integrazione – afferma il Prof. Aodi –. L’attività di Pippo Baudo è stata un esempio di come programmi televisivi possano costituire una forma di inserimento sociale e culturale. Numerosi suoi programmi hanno attirato e coinvolto anche le comunità di origine straniera, che si sentivano parte integrante di quei dibattiti e spettacoli».

Aodi aggiunge: «Baudo non ha mai promosso trasmissioni discriminatorie o con finalità politiche anti-immigrazione. Al contrario, ha rappresentato una politica culturale per l’integrazione. Per questo possiamo dire che Pippo Baudo sia stato anche il presentatore più amato dalle comunità straniere, dalle prime ondate migratorie degli anni ’70 fino ad oggi».

Baudo e le comunità arabe: un legame identitario

Per le comunità arabe presenti in Italia, sia nordafricane che mediorientali, Baudo è stato una figura familiare: «Ha fatto sentire tanti immigrati italiani tra gli italiani, perché con la sua televisione è entrato nelle nostre case e nelle nostre vite. È stato un costruttore di legami culturali e di senso di appartenenza», sottolinea il Prof. Aodi.

La buona televisione come modello di giornalismo

Il comunicato ricorda anche l’impegno del conduttore nell’offrire una televisione “sana e buona”, attenta non solo all’intrattenimento (senza dimenticare come musica e spettacolo, con programmi storici da Fantastico a Sanremo, rappresentino e hanno rappresentato l’identità italiana che crea legame e senso di apparteneza, ma anche a temi sociali di grande rilevanza: dall’immigrazione all’integrazione culturale, fino alla salute pubblica e alla valorizzazione dei professionisti sanitari.

«Con Pippo Baudo – continua Aodi – abbiamo visto in televisione anche guerre dimenticate, storie di bambini e donne nel mondo, non solo musica e varietà. La sua è stata una televisione che ha saputo unire, sensibilizzare e insegnare, diventando un patrimonio condiviso».

Le proposte di AMSI per la televisione del futuro

Alla luce della scomparsa del grande presentatore (è in corso in queste ore la camera ardente al Teatro delle Vittorie di Roma, mentre i funerali si terranno dopo domani mercoledì 20 agosto nella sua Sicilia, a Militello, suo paese di origine) AMSI e le organizzazioni partner rilanciano la loro proposta: «Occorre incentivare una televisione che punti maggiormente a programmi di insegnamento della lingua italiana, all’inserimento sociale e culturale, al dialogo vero con le comunità straniere, ascoltandone direttamente le voci. È necessario superare i dibattiti politici che parlano di immigrazione senza esponenti qualificati di origine straniera e senza un approccio costruttivo», dichiara Aodi.

Il messaggio alle nuove generazioni che ci lascia Pippo Baudo, mattatore della tv italiana 

«Per quanto riguarda la cittadinanza e l’integrazione dei cittadini di origine straniera – afferma Aodi – voglio ricordare la frase celebre di Pippo Baudo: “L’ho inventato io”. Nel nostro mondo, quello della sanità e dei giovani, stiamo cercando di fare lo stesso: scoprire, valorizzare e dare spazio ai talenti. È necessario intensificare questo processo anche per le nuove generazioni, attraverso programmi aperti a tutti e non riservati a pochi, così da incentivare la nascita di nuovi talenti nei diversi ambiti. Questo è un percorso fondamentale per l’integrazione e per sentirsi italiani. Perché la vera cittadinanza non è solo il possesso di un passaporto, ma è amare l’Italia e sentirsi parte dei suoi valori e della sua comunità».

Conclusioni di Aodi

Con la scomparsa di Pippo Baudo, l’Italia perde non solo un gigante dello spettacolo, il padre della televisione di casa nostra degli ultimi 60 anni, ma anche un ponte culturale che ha contribuito a rafforzare l’identità condivisa tra italiani e immigrati.

«Il suo esempio resta vivo – conclude Aodi – come invito a continuare a costruire una televisione e un giornalismo capaci di unire, integrare e far crescere il Paese attraverso la cultura e la comunicazione».

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