Agenpress. Nel corso del Comitato Straordinario sulla Sostenibilità organizzato da Re Mind per commentare il documento programmatico di bilancio varato dal Governo Conte, ha commentato la parte sostenibilità del programma di governo Paolo Crisafi, presidente di Re Mind Filiera Immobiliare.
“Come Re Mind – Filiera Immobiliare siamo molto attenti al tema della sostenibilità con due direttori di area dedicati Antonella Illuminati responsabile dell’area legale beni collettivi e beni comuni e Antonio Francesco Certomà responsabile dell’area legale ambiente”.
Un punto di svolta”, ha proseguito Crisafi”di grande pregio strategico fissato proprio come obiettivo nella Manovra 2020 è insito nella proposta di preservare la sostenibilità della finanza pubblica attuando la parte, non secondaria, del programma strutturato proprio sul rilancio della crescita economica sotto il segno della sostenibilità ambientale e sociale.
Possiamo serenamente affermare che il provvedimento contiene molteplici punti positivi sulla green economy ma alcune aree di miglioramento. Lo stop alla plastica non fa altro che confermare che l’Italia ancora una volta si presenta inadeguata alla competizione con gli altri paesi”.
Ha poi poi proseguito Antonella Illuminati “La transizione ecologica del paese, deve porsi la necessità di considerare in primis la natura e con essa i beni comuni, beni primari in grado di soddisfare le necessità ecologiche e di un equilibrio economico, quale modello di sviluppo sostenibile per il rilancio dell’economia locale e del prodotto italiano al fine della tenuta del tessuto sociale, nonché del ripopolamento e sviluppo del territorio.
Questo dunque l’obiettivo: il rilancio dell’economia si deve porre ora in stretta correlazione con l’emergenza ambientale e la valorizzazione dei beni comuni, quali beni in grado di soddisfare queste esigenze. La legge 168 del 2017 è la prima vera legge sul consumo del suolo,partiamo da qui per un sano ed equilibrato rilancio economico”.
Antonio Francesco Certomà direttore area Legale Ambiente ha fatto presente “quello che viene esaltato dal Governo come il new green deal e che forma uno dei punti cardine della finanziaria mentre può incidere con efficacia rapida riguardo i tagli ai sussidi ambientalmente dannosi, desta qualche perplessità in merito all’attuazione pratica degli interventi fiscali di supporto alla transizione ecologica, in particolare verso quelle categorie produttive che dovranno adeguarsi per l’eliminazione, a partire dal 2021, del beneficio sul gasolio utilizzato per il trasporto di merci e passeggeri dei veicoli di categoria Euro3 ed Euro4, in quanto seppur virtuso quale meccanismo di cambiamento e crescita non può non essere guardato anche nella prospettiva economica attuale del Paese e proiettato, quale obiettivo, alla capacità effettiva di attuazione e di incidenza a livello di tutto gli ambiti regionali, che presentano nella loro geografia economica e infrastrutturale non poche, anzi molto significative, differenze che andranno equilibrate per evitare che si creino ulteriori distacchi di crescita produttiva e di occupazione.
Si tratterà anche di individuare, prima di porre in attuazione la carbon tax prevista per i prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia, i sistemi di produzione alternativi ed i tempi necessari per la loro progettazione ed attuazione effettiva sul territorio, poichè non possono viaggiare disgiunti, pena la tassazione della produzione sicuramente non più ecosostenibile, ma senza una alternativa di produzione attuabile nei tempi brevi, seppur si possa attingere, verosimilmente, anche a due fondi che si intendono istituire per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali, per un ammontare complessivo di 50 miliardi per 15 anni, mirati proprio ad incentivare il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, l’efficientamento e la riconversione dei processi produttivi, segnando e determinando, anche in tale ambito, proprio quella voluta transizione verso la c.d. “Quarta rivoluzione industriale”
“Concludendo” ha precisato Crisafi, presidente di Re Mind “è necessario comprendere il legame, tra patrimonio ambientale, patrimonio culturale e mondo del lavoro. Poiché solo l’interconnessione equilibrata di queste tre componenti induce innegabili risvolti di solidarietà sociale, occupazionale e ambientale”.