Agenpress. “C’è stato un tempo in cui Marco Travaglio esordì facendo il giornalista d’inchiesta. E’ bravo, anche, senza dubbio. Portando alla luce, tanto su carta stampata che sui libri, problematiche oggettive: che, spesso, ha però poi preso a dipingere con i colori e i toni di una visione decisamente soggettiva. Legata, per lo più, a una strenua e dissennata difesa dell’ideologia di una certa sinistra in cui per lo più si identifica, perdendo così irrimediabilmente per strada credibilità e appeal”.
Questa l’opinione quotidiana di Maurizio Scandurra, affidata come sempre ad Agenpress.
“Oggi, invece, l’uomo de ‘Il Fatto Quotidiano’ tuona e impera come una specie di vate dal piccolo schermo, e questo è un fatto. Quotidiano, ahinoi. Pontifica ovunque e comunque, morso poi da chissà quale serpente. Profetizza e vaticina su, per e con chiunque. Litiga con Vittorio Sgarbi, Piero Sansonetti e tanti altri. E giudica tutti, alla sua maniera, senza pietà per nessuno. Specie per chi ha pensieri e visioni differenti e difformi. Il suo alter ego Andrea Scanzi segue a ruota, perché al peggio non v’è mai fine”.
“Travaglio nutre velleità non poi così tanto nascoste di allungare a suo modo le mani anche sull’Eni. Ma anche di andare a dirigere il TG de La7 al posto di Enrico Mentana, come rivelato dal quotidiano ‘Il Tempo’. Che, a sua volta, ha ripreso l’ennesima bomba di ‘Dagospia’ a firma del sempre più geniale e scatenato Roberto D’Agostino. Dietro la presunta ‘operazione-epurazione’, parrebbe esserci, scrivono i colleghi, anche lo zampino della volpe rossa – in tutti i sensi – Lilli Gruber”, approfondisce il giornalista.
Perché, chiosa Scandurra, “questa, a ben vedere, potrebbe suonare finalmente come la tanto attesa liberazione dalla schiavitù d’Egitto per lettori e telespettatori. Secondo l’indiscrezione, Mentana avrebbe telefonato a Urbano Cairo per rassegnare le proprie dimissioni, stizzito per le non equilibrate prese di posizione di Paolo Pagliaro e Marco Travaglio, spalleggiati di sottecchio dalla Gruber, sempre tutte pro Giuseppe Conte. Per poi chiedere a fine conversazione al leader maximo di Rcs MediaGroup e Torino Calcio di risolvere il sostanzioso contratto che lega il nostro in veste di opinionista fisso a ‘Otto e Mezzo’ e ‘Di Martedì’ di Giovanni Floris. Presidente, propongo una sostituzione al volo, proprio come allo stadio: un bavaglio a Travaglio, e intanto dentro Alessandro Meluzzi. Uno di certo con la testa a posto. Buon psichiatra non mente”.