Agenpress – “La diagnosi finale confermata dai medici dopo ripetuti esami chimici e tossicologici è la seguente: disturbo del metabolismo dei carboidrati (la diagnosi principale) e pancreatite cronica accompagnata da disturbo della funzione esocrina ed endocrina, fase acuta (diagnosi concomitante)”.
E’ quanto sostiene il Dipartimento dei Trasporti del Distretto federale siberiano del ministero dell’Interno russo, continuando a negare che il rivale politico numero uno di Vladimir Putin, Alexiei Navalny, sia caduto in coma a fine agosto per un avvelenamento.
Secondo le autorità russe, riprese dall’agenzia Interfax, “i risultati degli esami clinici, anamnestici, chimici e tossicologici non hanno confermato la diagnosi di avvelenamento”. Laboratori in Germania, in Francia, in Svezia e gli esperti dell’Opac hanno invece trovato nelle analisi di Navalny tracce di Novichok, una potente neurotossina sviluppata in Unione Sovietica ai tempi della Guerra fredda. L’oppositore accusa Putin per il malore che ha fatto a lungo temere per la sua vita.