AgenPress. Questa vigilia della battaglia per il Quirinale, al di là della rispettabilità dei nomi che circolano, sta realizzando alcune paradossali alleanze, che emergono e scompaiono come un fiume carsico.
In una squadra giocano insieme Letta e Conte che, mentre stanno al governo, fanno asse con Meloni, che sta all’opposizione, spingendo Draghi verso il Quirinale, e tutti i tre leader col reale obiettivo di provocare elezioni anticipate che consentirebbero ai primi due di rinnovare i gruppi parlamentari, e alla terza di fare il pieno e di consumare il sorpasso sulla Lega.
Nell’altra squadra giocano insieme Salvini e Di Maio, che stanno entrambi al governo, il primo mentre tenta di disinnescare la candidatura Berlusconi, il secondo intento a logorare progressivamente la leadership di Conte, entrambi col vero scopo di fare continuare la Legislatura, in sintonia con Renzi che tuttavia aveva fatto naufragare il loro primo governo
Insomma, mentre il Parlamento dovrebbe essere impegnato a individuare la personalità che meglio possa rappresentare l’unità nazionale (art.87 Cost.), i principali leader di partito pensano solo ai loro interessi di bottega, trasformando la partita per il Quirinale in quella per modificare o mantenere i rispettivi gruppi parlamentari.
Non è proprio un bel vedere, anche se resta la speranza che l’eterogenesi dei fini produca, nonostante tutto, un buon risultato nel quale il Paese possa ampiamente riconoscersi.
Lo dichiarano in una nota congiunta, Enzo Palumbo e Marco Montecchi, Presidente e Segretario Democrazia Liberale.