AgenPress – La ricchezza finanziaria vale 5.256 miliardi (+50% dal 2011); il contante è il più amato dagli italiani: sui conti correnti 1.629 miliardi (+45%). Boom di polizze assicurative (+78%), crescono di 560 miliardi gli investimenti azionari, sale il peso dei fondi comuni (+227%), crollano le obbligazioni (-479 miliardi). Il confronto europeo: Italia meno indebitata, in Germania e Spagna record di liquidità.
E’ quanto si legge in una ricerca della Fabi da cui emerge che “la liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio”. Il contante è cresciuto di 509 miliardi (+45%) a quoota1.629 miliardi, con la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e depositi stabile al 31% del totale delle masse. In forte calo le obbligazioni (-67% a 233 miliardi di euro), mentre crescono le polizze assicurative (+78% a 1.213 miliardi miliardi), che coprono il 23% dei risparmi complessivi. È il quadro, sottolinea la Fabi “a dieci anni dal ‘Whatever it takes’ dell’allora presidente della Bce Mario Draghi per salvare l’euro”.
Il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, ricorda che “le decisioni assunte per salvare l’euro a ogni costo, nel luglio 2012, dalla Banca centrale europea, allora
guidata dal presidente Mario Draghi, hanno tutelato i risparmi degli italiani che sono cresciuti quasi del 50%.
Quei provvedimenti, quindi, non solo hanno preservato la moneta unica, ma hanno anche rafforzato la ricchezza finanziaria delle nostre famiglie che, oggi, dovrebbe essere maggiormente considerata nei programmi elettorali dei partiti in vista del 25 settembre e del futuro governo. Rivolgiamo, perciò, un appello
a tutte le forze politiche affinché tutelino, con proposte serie e concrete, i risparmi degli italiani: si tratta di oltre 5.200 miliardi di euro, che potranno giocare un ruolo essenziale per il rilancio e la crescita economica.
Sarebbero dannosi, in quest’ottica, interventi fiscali, come a esempio la patrimoniale, che aumenterebbero il carico fiscale su denaro che è frutto di risparmi sui redditi delle lavoratrici e dei lavoratori, quindi già ampiamente tassato dallo Stato. Una corretta politica di tutela e incentivazione dei risparmi verso investimenti produttivi, invece, può rappresentare la ricetta giusta per accompagnare l’utilizzo dei fondi
europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
«Il tema del risparmio tocca da vicino la questione delle indebite pressioni commerciali, esercitate dai vertici delle banche sulle lavoratrici e sui lavoratori bancari per la vendita dei prodotti finanziari: a maggio abbiamo dettagliatamente informato la Commissione parlamentare d’inchiesta sul settore bancario e anche su questo argomento è necessaria un’azione decisa da parte della politica, che non può far finta di niente e
deve intervenire per evitare che si ripetano episodi disastrosi di risparmio tradito. Non è una questione strettamente sindacale, ma di carattere sociale”..