AgenPress. La presentazione romana del romanzo “Il lupo di Skopje” di Annick Emdin, edito da Astoria Edizioni, ha fatto il pieno di applausi da un pubblico molto selezionato del variegato mondo delle istituzioni, dello spettacolo, della sceneggiatura e della drammaturgia.
Incalzata dalle domande, spesso spigolose e intriganti e mai banali, del regista, produttore, scrittore e sceneggiatore Giuseppe Piccioni, Annick Emdin ha raccontato con piglio ironico i vari personaggi e i luoghi che ruotano attorno al romanzo.
La presentazione del libro, a un certo punto della serata, sembrava un talk show in cui si alternavano le domande di Giuseppe Piccioni con quelle della platea attenta e numerosa.
Dai dialoghi sui luoghi e personaggi del romanzo sono emersi interessanti spunti di riflessione anche sul contesto ambientale e familiare di formazione della personalità dell’Autrice, nata a Pisa dove si è laureata in Discipline dello Spettacolo per poi conseguire un master in Sceneggiatura e Drammaturgia presso l’Accademia Silvio D’Amico di Roma.
Dai serrati dialoghi tra i protagonisti del romanzo, gli addetti ai lavori non hanno difficoltà a rendersi conto che l’Autrice è una scrittrice, drammaturga, regista teatrale e sceneggiatrice. Per questo romanzo ha scelto un ritmo narrativo serrato, reso tale da un uso magistrale dei dialoghi.
Racconta una storia di violenza, di abbandono, ma anche e soprattutto una storia d’amore, l’amore di chi non distoglie lo sguardo dall’altro, dal mondo.
Un ragazzo, Jan, si getta da un viadotto e una donna, Clémence, si getta nel fiume, d’istinto, riuscendo a salvarlo.
Clémence, intenditrice d’arte che vive un’ esistenza agiata e monotona, e Jan, il giovane attraente e disperato che salva, sono soltanto due dei protagonisti del libro: attorno a loro ci sono Davide, il compagno di Clémence, e Magdalena, la cui storia, narrata in alternanza a quella di Jan e Clèmence, si rivelerà indissolubilmente legata alla loro: una bambina non voluta, nata in Macedonia, battezzata nel tentativo di proteggerla dal peccato dell’abbandono, peccato che non si cancella con un semplice segno. Questa bambina cresce, senza crescere davvero, cercando negli occhi di chiunque qualcosa che la porti lontano dall’orlo del baratro. Ma seppure proviamo in tutti i modi a distogliere l’attenzione dall’abisso dentro di noi, l’abisso resta sempre lì. Nelle sue profondità non conta altro ed è lì che le anime di Clémence, Jan e Magdalena si incontrano e le loro storie si intrecciano.
Insomma è romanzo da non perdere.
La presentazione romana ospitata dalla libreria Altroquando di via del Governo vecchio 82, fa seguito a quelle ospitate dalla Gipsoteca di Arte Antica a Pisa (con Francesco Strazzari, docente di Relazioni Internazionali della Scuola Superiore Sant’Anna) a Milano presso Apres Coup con Rossana Campisi e a Rovereto con Giorgio Gizzi
Tra le personalità intervenute anche lo sceneggiatore Gualtiero Rossella e il Prefetto Francesco Tagliente