AgenPress. “Il decreto legge approvato dal Governo per prorogare alcuni termini legislativi contiene misure che si muovono nella giusta direzione, anche se occorrono interventi ulteriori e urgenti per salvaguardare la competitività delle imprese a fronte della crisi energetica in atto”.
Così Confcommercio dopo l’audizione davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato, sul disegno di legge 452, il cosiddetto Milleproroghe.
“Crediamo si possa fare meglio e di più a cominciare dalla necessità di estendere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema anche a tutte le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kilowatt, oggi invece escluse dal beneficio”, continua Confcommercio per la quale occorre anche “rendere realmente fruibili i crediti d’imposta energetici. Da una parte, infatti, si prorogano a settembre i termini per il loro utilizzo relativamente al terzo e quarto trimestre 2022 ma, dall’altra, si omette di posticipare l’obbligo di comunicazione dell’importo dei crediti all’Agenzia delle Entrate – che rimane fissato al 16 marzo 2023, pena la decadenza dal diritto alla fruizione dei predetti redditi – con ciò limitando la possibilità, per le imprese, di fruire dei benefici fiscali”. È quindi necessario “riallineare i termini legislativi o, quantomeno, abrogare la fattispecie sanzionatoria, vista anche la finalità meramente “ricognitiva” della comunicazione all’Agenzia delle Entrate”.
La Confederazione ha inoltre sollecitato la proroga, almeno per tutto il 2023, della data prevista per il superamento della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia elettrica delle microimprese (con potenza pari o inferiore ai 15 kilowatt) – al pari di quanto disposto dal decreto-legge “aiuti quater” per i clienti domestici gas – unitamente all’estensione della sterilizzazione degli oneri generali di sistema anche a tutte le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kilowatt, oggi invece escluse dal beneficio.
Sono state richieste, infine, specifiche misure per aiutare le imprese a sostenere il proprio patrimonio ripartendo in più anni i maggiori oneri sull’energia. Nello specifico, per i soggetti che non adottano i principi contabili internazionali – limitatamente alle spese per l’energia elettrica sostenute, rispettivamente, nel 2022 e nel 2023 – la Confederazione ha ribadito la necessità di introdurre la possibilità di capitalizzare tali costi in bilancio in dieci quote annuali di ammortamento, ferma restando la deducibilità fiscale nei soli periodi d’imposta 2022 e 2023.