AgenPress – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio intende proporre “l’ampliamento dei colloqui telefonici per i detenuti nei contatti con i familiari”. L’annuncio in un videomessaggio per il Ferragosto rivolto a chi lavora e a chi vive nelle carceri.
Dall’aumento delle telefonate saranno esclusi i detenuti in carcere per i reati “più pericolosi”.
E sui suicidi “il mio primo pensiero va alla memoria di chi ha compiuto la drammatica scelta di togliersi la vita. È una consuetudine non solo nazionale ma mondiale. È una tragedia che dobbiamo fare di tutto per ridurre se non eliminarla. Ogni suicido è una sconfitta per lo Stato, per la giustizia e mia personale”.
“Troppo spesso il carcere viene dimenticato soprattutto in questo periodo quando le persone sono in ferie”, ha dichiarato il ministro. “Ho voluto fortemente farvi giungere il mio messaggio, perché all’interno delle carceri vive – e lavora – anche a Ferragosto, un pezzo della nostra Repubblica, ci sono servitori dello Stato – a cui dobbiamo essere grati – e ci sono persone private della libertà, che stanno, in quelle carceri, espiando la propria pena e riavviando quel percorso di reinserimento nella società, come vuole la Costituzione”, ha aggiunto.
“La circolare emanata di recente per aumentare l’aiuto psicologico ai detenuti che versano in condizione di particolare disagio si inserisce in una volontà più ampia di vicinanza verso i detenuti – ha detto ancora il ministro -. Lo Stato deve garantire la certezza della pena ma non dobbiamo dimenticare che la pena deve avere un significato rieducativo non solo perché lo impone la Costituzione ma perché ce lo impone l’etica. Non esistono soluzioni immediate e facili, bacchette magiche. Ma stiamo lavorando con la massima priorità per ridurre i disagi”.
“Abbiamo assunto 57 nuovi consiglieri penitenziari che prenderanno servizio alla fine dell’anno e 2800 appartenenti alla polizia penitenziaria che colmeranno le inefficienze di organico, contiamo nei limiti del possibile di assumerne di più. La nostra attenzione va soprattutto agli assistenti psicologici perché la condizione di disagio di chi si trova in carcere non necessita solo di controllo ma di aiuto per un recupero non solo spirituale ma anche fisico che possa essere prodromico al reinserimento nella società”.