All’Ospedale Di Venere rimosso tumore della laringe con laser chirurgia senza danni al tratto vocale

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L’intervento ha riguardato un paziente di 65 anni con neoplasia delle corde vocali e problematiche anatomico-funzionali complesse


AgenPress. All’Ospedale di Venere è stato eseguito per la prima volta un innovativo intervento di laser chirurgia per la rimozione di un tumore della laringe, senza danneggiare il tratto vocale. La procedura – curata dalla èquipe medica e infermieristica della Otorinolaringoiatria insieme alla Unità operativa di Anestesia e Rianimazione – ha riguardato un paziente 65enne, affetto da una neoplasia delle corde vocali, e con problematiche anatomico-funzionali complesse, legate ad ernie cervicali, collo corto, macroglossia e protesi dentaria.

Ad illustrare gli aspetti tecnici dell’intervento e i benefici per il paziente è Michele Barbara, neo direttore della Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale, in servizio all’ospedale Di Venere dal 1 ottobre di quest’anno, esperto di otorino oncologia e disturbi della voce.

“Abbiamo eseguito per la prima volta qui al Di Venere – spiega il dottor Barbara – una procedura per via endoscopica trans-orale – ossia per le vie naturali senza ricorrere alla tracheotomia – mirata a curare una neoplasia delle corde vocali. E’ stata impiegata una sonda dotata di una particolare telecamera che consente una visuale in 3d e che ha permesso di rimuovere il tumore con il laser Co2. A supporto della azione chirurgica, gli anestesisti hanno seguito lo stesso approccio mininvasivo utilizzando un tubo oro tracheale di appena 4 millimetri. Il risultato anatomico e funzionale – conclude – è stato ottimo, anche grazie alla perfetta sintonia con gli anestesisti, tanto che il paziente, già dimesso, è tornato in breve tempo a svolgere le normali attività fisiologiche, come mangiare e parlare”.

L’intervento nei mesi precedenti era stato tentato in altri centri ospedalieri ma senza successo perché il paziente aveva un quadro morfologico complesso, a causa di una protesi dentaria che limitava lo spazio all’interno del cavo orale e che non poteva essere nemmeno rimossa o modificata perché impiantata fuori regione. A rendere la situazione più complicata, anche la presenza di ernie cervicali, macroglossia e una conformazione ridotta del collo: tutti fattori che possono rendere difficile l’intubazione e determinare eventuali rischi in fase operatoria.

“A differenza del passato, in cui per raggiungere la sede anatomica interessata dalla patologia oncologica, si incidevano mandibola, pavimento orale e faringe – prosegue il chirurgo – con un impatto notevole e una limitazione pesante delle attività sociali e personali dei pazienti, oggi è possibile curare queste neoplasie con un approccio meno impattante, senza conseguenze, risparmiando anche in termini di degenza”.

 

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