AgenPress – Quando dite di volere un’intifada, una sommossa globale contro gli ebrei, condonate l’assassinio a sangue freddo di persone innocenti come mio figlio Koby e il suo amico Yosef, che erano in terza media quando i terroristi nel 2001, all’inizio della seconda intifada, li hanno picchiati a morte con delle pietre, abbandonandoli in una grotta con le pareti imbrattare di sangue.
Koby era il nostro figlio maggiore. Amava il baseball, il basket e la pizza. Era solo un ragazzino, uscito per un’escursione. Ecco di chi state invocando l’uccisione quando gridate “con ogni mezzo necessario”.
Quell’assassinio non ci ha scacciati da Israele. Quell’assassinio non ha portato la pace. Quell’assassinio non ha recato nessun risultato positivo per i palestinesi. Sostenere l’assassinio non aiuta in alcun modo la causa palestinese, non lo ha fatto 23 anni fa e non lo fa oggi.
Quando dite di volere un’intifada, quando gridate “resistenza con ogni mezzo necessario”, portate verso la sconfitta la causa del popolo palestinese senza rendervene conto.
Condonate l’assassinio di intere famiglie come la famiglia Fogel, trucidata nella sua casa. La figlia di 12 anni rincasò quella sera e trovò tutta la sua famiglia massacrata: madre, padre, un bambino di 3 mesi e due fratelli. Un bambino sopravvissuto, di 2 anni, sedeva accanto ai genitori che giacevano in un lago di sangue. Cercava di svegliarli.
I sopravvissuti della famiglia Fogel non hanno lasciato Israele. L’assassinio della famiglia Fogel non ha fatto avanzare di un solo passo l’agenda politica dei palestinesi.
Quando dite di volere un’intifada, condonate l’assassinio di Hallel Ariel che aveva 13 anni quando un terrorista la pugnalò a morte nel suo letto.
Quando dite di volere un’intifada globale, state dicendo che credete nell’uccisione di ebrei durante i seder di Pasqua, come quello al Park Hotel di Netanya nel 2002, dove furono trucidati 30 israeliani. Credete nell’assassinarci nelle discoteche, come il Dolphinarium di Tel Aviv dove venne fatta strage di 21 israeliani, per la maggior parte adolescenti. Volete ucciderci dentro le scuole, come nella yeshiva Mercaz HaRav dove un terrorista ha sparato e ucciso otto adolescenti.
Quando invocate un’intifada, siete complici di atrocità e omicidi. Incoraggiate la violenza e l’antisemitismo. Sostenete l’islamismo estremista, Hamas e l’Iran che vogliono annientare la nazione di Israele. Incoraggiate i palestinesi a uccidere e a sequestrare ostaggi, come hanno fatto il 7 ottobre, come se questo fosse un percorso verso la pace.
Venite usati. La vostra presunzione di superiorità morale e la vostra rabbia vengono sfruttate a sostegno del terrorismo contro gli ebrei in qualsiasi parte del mondo. Non ne uscirete vittoriosi. Piuttosto, la vostra sensibilità verrà smorzata e messa a tacere dal momento che prendete parte a un’orgia di odio.
Invece di resistere con “ogni mezzo necessario”, immaginate di cambiare il vostro slogan: “pace con ogni mezzo necessario”. Immaginate di dire a Hamas di rilasciare gli ostaggi e smettere di lanciare missili: in questo modo la guerra potrà finire.
Pace con ogni mezzo necessario: questo è uno slogan che servirebbe a mettere fine a questa guerra, a riportare a casa gli ostaggi e anche a incoraggiare il governo israeliano a promuovere uno stato palestinese.
Sherri Mandell, autrice di questo articolo