AgenPress – Il 2023 è stato un anno molto favorevole per le banche italiane. Il
rendimento del capitale ha superato il 12 per cento. La redditività ha beneficiato
di un’eccezionale congiuntura di mercato, in cui l’abbondante liquidità in
circolazione ha frenato l’aumento del costo della raccolta, mentre il rialzo dei
tassi ufficiali si è rapidamente trasmesso a quelli sui prestiti, alimentando il
margine di interesse. Il capitale è salito al 15,6 per cento delle attività a rischio.
Gli ultimi dati confermano la prosecuzione di questa fase favorevole.
Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle considerazioni finali. Panetta. All’interno del sistema creditizio, le banche significative mostrano valori
di redditività e patrimonio superiori alla media europea.
Il quadro è migliorato anche per le banche meno significative, sottoposte
alla nostra diretta supervisione. I coefficienti patrimoniali sono aumentati,
anche su sollecitazione della Banca d’Italia; ciò ha riflesso l’evoluzione dei profili
di rischio, in particolare quello di un rapido aumento dei tassi di interesse,
poi materializzatosi. Abbiamo intensificato l’azione di vigilanza per prevenire e affrontare tempestivamente casi di difficoltà riconducibili a debolezze nel
governo societario e nei controlli interni.
Per il sistema bancario nel suo complesso, i progressi reddituali e
patrimoniali riflettono un percorso pluriennale di recupero di efficienza e
di rafforzamento dei bilanci. La solida condizione in cui si trovano oggi gli
intermediari rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana.
Nei mesi scorsi ho fatto presente tuttavia che non dobbiamo abbassare
la guardia. Lo ribadisco: non possiamo farci cogliere impreparati da tensioni
che potrebbero emergere in futuro. Ad aprile abbiamo chiesto alle banche di
costituire entro la metà del 2025 una riserva di capitale macroprudenziale
pari all’1,0 per cento delle esposizioni domestiche27.
L’aumento dei requisiti avrà un impatto trascurabile sull’offerta di prestiti
e consentirà di limitare gli effetti negativi di eventi sistemici sfavorevoli: al
loro verificarsi la Banca d’Italia potrebbe autorizzare il rilascio della riserva,
preservando la capacità delle banche di sostenere l’economia reale.
Riguardo ai rischi connessi con il quadro macroeconomico, rilevano due
aspetti.
Il primo è la qualità del credito. Il mercato immobiliare italiano non
fornisce segnali preoccupanti analoghi a quelli che stanno emergendo per
gli immobili commerciali in altri paesi. Per il totale dei prestiti, si registra tuttavia un aumento della quota di crediti di buona qualità ma con ritardi nei
pagamenti, soprattutto tra i clienti con finanziamenti a tasso variabile.
Si stima che per le imprese il flusso annuo dei prestiti deteriorati in
rapporto ai finanziamenti complessivi possa salire nel prossimo biennio
di un punto percentuale, dall’attuale 1,7 per cento. Le rettifiche su crediti
rimarrebbero contenute in rapporto ai ricavi.
In prospettiva, resta fondamentale per le banche riconoscere prontamente
le perdite attese, applicando scrupolosamente i principi contabili.
Il secondo aspetto riguarda la liquidità. Il rimborso delle operazioni mirate
di rifinanziamento a più lungo termine sta avvenendo in maniera ordinata.
Ma rimane prioritaria un’attenta gestione del passivo, nella consapevolezza
che la liquidità aggregata continuerà a ridursi, spingendo al rialzo il costo
della raccolta.