AgenPress. Questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, l’ex ministro Danilo Toninelli che ha commentato l’attuale situazione politica in Europa.
“La nostra Presidente del Consiglio si lamenta per non aver partecipato a quello che lei definisce ‘caminetti’, ossia accordi fatti in segreto tra leader politici che non rappresentano tutta la popolazione. Meloni si lamenta, non per il metodo ma per non aver partecipato come protagonista. Ma è mai possibile che attorno a dei nomi, a dei candidati per delle cariche importanti, non si facciano prima degli accordi programmatici?” ha dichiarato.
“La certezza sull’Europa – ha continuato – è che quasi tutte le forze politiche sono a favore dell’invio di armi in Ucraina e della corsa al riarmo, senza condannare Israele per le sue azioni contro i palestinesi”.
E sulla Von de Leyen ” oggi non ha presentato uno schema programmatico, cioè non ha detto ‘io sono la candidata di una maggioranza ipotetica’. Non si presenta forte di una rivoluzione verde, di una politica contro il cambiamento climatico, un qualcosa che interessa soprattutto la popolazione giovane. Si presenta una Ursula Von de Leyen che dice che l’Europa deve tornare ad essere forte dal punto di vista militare, senza una parola di condanna netta nei confronti di Israele e senza una parola di condanna netta nei confronti della NATO.”
Toninelli ha parlato anche di come la Torino-Lione è percepita in Europa. “Nella primavera del 2019 – ha dichiarato – la Francia congelò gli investimenti che aveva dedicato per quell’opera, perché le risultanze delle analisi di costi e benefici erano talmente negative, talmente in calo in prospettiva di anni/decenni, che loro hanno detto ‘ok, ci può interessare quest’opera, rientra nel percorso europeo approvato ma oggi abbiamo bisogno di questi soldi per altro’ e io mi ricordo che con Salvini provai in quel momento a dire ‘congeliamo l’opera e tra 5 anni utilizziamo quegli 8/10 miliardi vincolati nei bilanci dello Stato per altre opere’ e lui mi disse no, perché comunicativamente era molto facile dire sì”.
Infine sul futuro del M5S ha dichiarato: “Le ultime elezioni politiche sono state quelle in cui è andato peggio. La perdita di Casaleggio è stata l’inizio delle difficoltà interne del M5S. Ci vuole un ritorno al futuro, c’è bisogno di tecnologia, innovazione tecnologica, democrazia diretta, non ci vuole un leader che definisce i candidati e crea le liste”.