AgenPress – Si calcola che in condizioni normali, in assenza dello shock collegato al Covid-19, nel 2020 in Italia si sarebbero avuti circa 500 mila licenziamenti per motivi economici, come nel 2019, quando vi avevano corrisposto circa 1,3 milioni di nuove assunzioni e trasformazioni.
E’ quanto si legge in un’analisi della Banca d’Italia che calcola l’impatto delle misure di estensione della CIG, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti. Nello studio, della ricercatrice Eliana Viviano (che non riflette necessariamente l’opinione dell’istituto centrale) si rileva come circa un terzo di questi 600mila “non si sarebbe probabilmente verificato, anche in assenza del blocco dei licenziamenti, grazie alle altre misure”.
Tenuto conto che lo shock ha colpito in modo più intenso comparti nei quali la quota di lavoratori a tempo indeterminato è relativamente contenuta, si può stimare che, in assenza delle misure introdotte, nel 2020 lo shock pandemico avrebbe potuto causare ulteriori 200 mila licenziamenti, portando quindi il totale a circa 700 mila unità. Si può valutare che le misure di estensione della CIG, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti abbiano impedito circa 600 mila licenziamenti nell’anno in corso; di questi, circa un terzo non si sarebbe probabilmente verificato, anche in assenza del blocco, grazie alle altre misure.