AgenPress – “Penso che stia aumentando la distanza tra il palazzo della politica e noi stiamo dando voce a chi invece vuole che in questo Paese si affermi la giustizia sociale e perché il mondo del lavoro torni a essere centrale”.
Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, nel giorno dello sciopero “Insieme per la giustizia” indetto da Cgil e Uil, questa volta senza Cisl. Lo sciopero generale proclamato dai due sindacati è contro la Manovra del governo Draghi, considerata inadeguata.
“Ci hanno convocato lunedì prossimo sulle pensioni, sull’avvio della riforma Fornero che chiediamo da tempo – ha detto – oggi è l’avvio di una mobilitazione, non tutto finisce con la legge di bilancio. Siamo all’inizio, per cambiare tutto quello che di sbagliato è stato fatto in questi anni”.
Al centro dello sciopero ci sono fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola sono i punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Per le due confederazioni “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”.
“La legge di Bilancio e i provvedimenti messi in campo non danno risposte sufficienti. Vogliamo dei cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale”, recita il volantino preparato dalle sigle sindacali congiunte.
Escluse dalla protesta la scuola (che ha già scioperato venerdì scorso) e la sanità, esonerata sin dall’inizio per salvaguardare il diritto prioritario alla salute in questa fase di emergenza pandemica. Ma nonostante ciò alcuni giovani e studenti hanno risposto all’appello, come Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario.
“In piazza portiamo la rabbia e la voglia di cambiare di una generazione condannata all’invisibilità ma che non si arrende – dicono gli studenti – non ci arrendiamo alla precarietà, allo sfruttamento, al lavoro gratuito, ai costi insostenibili dell’istruzione, all’inazione dei governi sul contrasto al cambiamento climatico, ad una politica che continua a dare a chi ha già tanto e a togliere a chi non ha niente”.
“Le chiusure su fisco e pensioni non sono che l’ultimo tassello: in questa finanziaria non c’è un euro per il diritto allo studio, l’impegno per i giovani tanto decantato si riduce a misure minime che fungono solo da specchietti per le allodole, mentre su welfare e lavoro si fanno solo passi indietro”.