AgenPress – Sulle pagine del Tirreno il presidente Sangalli ha fatto un’analisi complessiva sul momento economico del Paese, dal calo della fiducia delle famiglie alla crescita dell’inflazione con la conseguente frenata dei consumi, dal decreto sostegni fino al caro energia.
“Vorrei partire dal clima di fiducia che a gennaio è sensibilmente diminuito a causa del caro energia e del ritorno dell’inflazione. Un vero e proprio “shock” di inizio anno per famiglie e imprese che ancora lottano contro la variante Omicron e i suoi impatti. A cominciare dalla frenata dei consumi che, come rilevato dal nostro Ufficio Studi, sono ancora sotto del 7,7% rispetto al 2019. Un dato pessimo che arriva dopo i segnali di vivacità registrati nel 2021. E questo vale anche per il Pil che, nonostante il + 6,5% del 2021— tra le migliori performance in Europa — di strada ne deve fare ancora per recuperare i livelli pre-crisi”. “Con una criticità in più: che la ripresa – ha osservato Sangalli- è molto disomogenea tra i diversi settori. Rispetto al 2019, infatti, il sistema ricettivo e la ristorazione mostrano ancora perdite in termini di consumi pari a quasi il 30 per cento, i servizi culturali e ricreativi di oltre il 20 per cento, e altri comparti, come i trasporti, l’abbigliamento e le calzature, registrano distanze a doppia cifra. Senza dimenticare, naturalmente, la drammatica situazione delle discoteche che continuano a rimanere chiuse”.
“Un quadro che per l’economia della Toscana appare anche più complesso. In questa regione, infatti, il calo del Pile dei consumi nel 2019, rispettivamente del 9,8% e del 12,3% , è superiore al dato medio nazionale e il turismo registra un vero e proprio crollo, con il territorio di Firenze che perde quasi l’80% di presenze, il dato più alto di tutte le province italiane. E ancora oggi in Toscana si registra un calo di presenze turistiche rispetto al 2019 prossimo al 40%, nonostante continui ad essere tra i territori preferiti dagli stranieri”.
“Insufficienti le misure del decreto sostegni”
“E va sottolineato che le misure contenute nel nuovo decreto sostegni — tra cui circa un miliardo di euro per le imprese più colpite dalla nuova fase della pandemia, soprattutto quelle del terziario di mercato — risultano insufficienti. Così come appare un errore che penalizza ulteriormente le attività imprenditoriali il mancato accoglimento della richiesta di un nuovo ciclo di “cassa Covid”. Scatta, invece, il meccanismo oneroso del Fondo di integrazione salariale, sia pure scontato, per alcuni settori del terziario di mercato e fino alla conclusione del periodo emergenziale, del contributo di finanziamento previsto in caso di utilizzo. Bene, invece, l’estensione del credito d’imposta sulle rimanenze di magazzino al settore del commercio moda. Quanto al caro energia, la riduzione degli oneri di sistema per il primo trimestre 2022 è un piccolo passo avanti, ma resta l’urgenza di un piano di azione strutturale comprensivo, tra l’altro, della riforma dell’impianto della bolletta elettrica e della riduzione della dipendenza dalle forniture estere. E soprattutto servono misure per compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera del trasporto e della logistica. E comunque, in ogni caso, è urgente un provvedimento di estensione delle moratorie fiscali e creditizie. Ma ci sono anche segnali in controtendenza che inducono all’ottimismo. Un esempio per tutti la manifestazione di interesse di Msc per Ita Airways, un gesto coraggioso con il quale si rafforzerebbe l’asset del trasporto aereo in Italia, sia il comparto cargo, attraverso l’integrazione con lo shipping, sia quello passeggeri, con nuove sinergie con le eccellenze nazionali del turismo crocieristico e di tutta la nostra filiera dell’accoglienza”. “Lo scenario complessivo – ha concluso Sangalli – è ancora incerto: da una parte non consente facili ottimismi e, dall’altra, richiede il massimo impegno da parte di tutti per rafforzare la crescita accelerando sugli investimenti del Pnrr. Un’occasione, forse irripetibile, di rilancio del Paese, soprattutto del Mezzogiorno, che non possiamo perdere”.